Decenni di speculazione edilizia, bonifiche, inquinamento e prelevamenti venatori sconsiderati hanno fatto scomparire molte specie di fauna autoctona dai loro habitat originari. In particolare le zone umide e gli ambienti litoranei hanno sofferto più di qualsiasi altro ecosistema di queste sconsiderate aggressioni.
Le zone umide sono tra gli ambienti più minacciati non solo della nostra penisola ma dell'intero pianeta.
Il WWF Italia ha programmato, tramite il "Progetto Anatre Mediterranee", una serie di iniziative che mirano a recuperare l'areale storico di specie scomparse, il cui ritorno è improbabile se manca una precisa iniziativa di carattere manageriale e gestionale.
Ambienti come paludi, stagni retrodunali, lagune, sono ormai rari lungo la nostra penisola ed è proprio qui che la scomparsa di alcune specie è più evidente e drammatica.
Alcuni di questi ambienti, insieme a determinati laghi e fiumi, sono tutelati dalla convenzione di Ramsar, finalizzata alla tutela degli habitat e della fauna acquatica.
È proprio in questi luoghi, diventati irrinunciabili serbatoi di diversità biologica, che il WWF reintrodurrà sei specie di anatidi per consentire, attraverso le oasi, il restauro delle popolazioni nidificanti, gravemente depauperate dalle bonifiche e dalla persecuzione diretta dell'ultimo mezzo secolo.
Le aree che partecipano al programma (12 oasi, dalla Lombardia alla Puglia) sono state scelte in base a:
- condizioni ambientali favorevoli;
- collocazione geografica strategica;
- garanzia di gestione delle strutture di rilascio degli animali.
Le specie interessate sono quelle che nidificano nell'area mediterranea e in particolare:
oca selvatica (Anser anser L.),
volpoca (Tadorna tadorna L.),
moretta tabaccata (Aythya nyroca Güldenstädt),
fistione turco (Netta rufina Pallas),
anatra marmorizzata (Marmaronetta angustirostris) e
gobbo rugginoso (Oxyura leucocephala Scopoli), l'unica delle sei specie a non essere presente nella Riserva Naturale Lago di Penne.
150 ettari costituiti essenzialmente da un bacino artificiale, costruito nel fiume Tavo, con alcune fasce a bosco igrofilo e a vegetazione umida, sono gli ambienti che caratterizzano la Riserva Naturale.
Le notevoli escursioni del livello d'acqua del bacino non consentono di attivare programmi di reintroduzione, quindi all'interno dell'area floro-faunistica è stato allestito un grande stagno didattico, occasione valida per dare un risvolto educativo al Progetto Anatre.
Piccoli gruppi di tutte le specie sopracitate (escluso il gobbo rugginoso), oltre al ruolo didattico, avranno il compito di trattenere le popolazioni migranti e di fornire alle altre oasi gli esemplari provenienti dall'attività riproduttiva .